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Si amplia l’inchiesta amianto e Marina Militare: oltre mille le vittime, almeno la metà i casi di mesotelioma pleurico poi cancro polmonare, asbestosi, placche ed ispessimenti, che finiscono sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Padova una enormità di morti ed ammalati per patologie asbesto-correlate ma che potrebbero essere solo una fetta di tutti i casi nazionali di militari della Marina ed operai degli Arsenali MM vittime dell’amianto esposti al pericoloso cancerogeno a bordo di navi e sommergibili e nelle officine, informa l’associazione Contramianto ed altri rischi onlus.
“In attesa della chiusura delle indagini e dell’accertamento delle eventuali responsabilità penali dei vertici della Marina, degli Ufficiali e dei Responsabili civili che a vario titolo avrebbero contribuito affinchè quanto accaduto si verificasse, si è tenuta il 2 ottobre al Tribunale di Padova l’ennesima udienza del Secondo Processo Penale che vede coinvolta la Marina Militare per altre morti e malattie causate dall’asbesto sul naviglio militare e nei luoghi di lavoro della Marina“: Contramianto e altri rischi onlus era presente al processo con il presidente Luciano Carleo a sostegno degli esposti e delle famiglie che hanno perso i loro cari colpevoli solo di aver lavorato compiendo il loro dovere alle dipendenze dello Stato; i dati disponibili ad oggi in archivio Contramianto indicano per il territorio jonico oltre 300 casi, ,marinai ed operai Arsenale MM di Taranto, dei quali 170 tumorali suddivisi tra 90 mesotelioma pleurico, 63 tumore polmonare, 17 tumori alla laringe, renale, trachea, cerebrale) e 130 non-tumorali (asbestosi, fibrosi, placche, ispessimenti).
Nel corso dell’udienza di Padova “sono stati ascoltati i consulenti medici della Procura che hanno riferito in merito alle conseguenze dell’amianto sulla salute dei lavoratori della Marina Militare, operai e marinai sottolineando come la grande percentuale di mesotelioma è legata alla esposizione all’amianto e solo in piccolissima parte all’esposizione a radiazioni ionizzanti mentre per quanto riguarda il Carcinoma polmonare questo rappresenta dopo il Mesotelioma il secondo tumore causato dall’amianto aggiungendo che come concausa può esserci esposizione ad altri cancerogeni e fumo di sigaretta quali ulteriori effetti cancerogeni che agiscono sinergicamente con l’amianto” evidenziano dall’associazione.
Particolare interessante quanto riferito dai consulenti in merito ad uno Studio inglese del 1970, “nel quale si rendeva noto alla comunità internazionale la pericolosità e gli effetti sulla salute nelle attività svolte dai marinai a bordo del naviglio militare e degli operai nelle officine degli Arsenali militari britannici. Un documento che rafforza i contenuti dello Studio sulle patologie asbesto-correlate dello stesso anno 1970 fatto all’Arsenale MM di Taranto per il solo personale operaio dal quale emersero evidenze sulla pericolosità dell’amianto con conseguenti effetti sulla salute per il rischio asbestosi “Studi sull’igene del lavoro presso l’Arsenale MM di Taranto” e “I primi risultati dello studio epidemiologico-statistico” effettuato dall’Istituto di Medicina del lavoro dell’Università di Bari fra gli operai addetti a vari tipi di lavorazione in ordine al rischio dell’asbestosi, hanno delineato una situazione di effettivo pericolo nei confronti di diverse categorie di lavoratori direttamente addetti alla manipolazione dell’amianto o indirettamente esposti all’inalazione della relativa polvere“.
Quello studio commissionato dalla Marina Militare e le sue evidenze del 1970 sulle asbestosi degli operai dell’Arsenale MM di Taranto esposti direttamente ed indirettamente all’amianto “si perse nei cassetti emergendo solo quarant’anni dopo, probabilmente troppo tardi per salvare quei lavoratori e gli altri operai che nel corso degli anni continuarono ad essere esposti alle fibre cancerogene di asbesto” concludono da Contramianto.
Fonte: Il Corriere di Taranto