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La legge di Stabilità 2015 ha fissato obiettivi di risanamento della finanza pubblica con l'accantonamento di almeno 220 milioni di euro nel 2015 e 100 milioni di euro l'anno negli anni 2016-17. Per raggiungere questo risultato, la Difesa deve valorizzare – cioè vendere - oltre 1.500 infrastrutture come caserme, opere difensive, depositi, ritenute non più necessarie ai fini istituzionali, a cui si aggiungono oltre 3mila unità abitative da dismettere.
Per questo è stata creata un'apposita task force per la valorizzazione e dismissione degli immobili, in collaborazione con l'Agenzia del demanio e diverse amministrazioni locali (tra cui Roma, Firenze, Torino, Napoli e Milano) che stano sta gestendo il processo di valorizzazione dei 1.500 immobili, allo scopo di ricavare risorse aggiuntive per il bilancio pubblici.
In tema di pensione privilegiata, la legge avrebbe dovuto prevedere che il termine quinquennale di decadenza per l'inoltro della domanda dovesse decorrere dal momento della manifestazione della malattia, e non dalla data di cessazione del servizio: la Consulta, con la sentenza n. 43/2015, ha, perciò, dichiarato illegittima la norma del 1991 che non prevede tale ipotesi, nemmeno nel caso di patologie a lunga latenza.
Anche il personale appartenente a Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri, Polizia di Stato, Corpo forestale dello Stato, Polizia penitenziaria, Guardia di Finanza e Vigili del Fuoco dovrà lavorare 4 mesi in piu’ a partire dal prossimo 1° gennaio per gli effetti del prossimo adeguamento alla speranza di vita fissato nel Dm 16 dicembre 2014.
PERCHE’ QUALCUNO VOLEVA GETTARE GLI ALLOGGI DI MALPENSA NELLA SPAZZATURA? LE FAMIGLIE DI MALPENSA, UN RICORSO AL TAR DI MILANO, LO IMPEDISCE. LE FAMIGLIE DI SETTE MILITARI IN SERVIZIO RIMANGONO. REVOCATA UNA IPOTETICA ” DEPORTAZIONE “ A GHEDI (161 Km.) O SFRATTI OPPURE …IL “TRASLOCO A SPESE DELL’ERARIO IN ALTRA ABITAZIONE PRIVATA”.
l ministero della giustizia detta le regole sull’uso dei social network al personale dell’amministrazione penitenziaria. Con una circolare del 20 febbraio scorso, via Arenula ha infatti fornito «precisazioni sull’uso dei social network da parte del personale dell’amministrazione penitenziaria», per evitare il rischio di rivelare informazioni sensibili che possono mettere a repentaglio la sicurezza della stessa.
Dopo una lunga attesa ed una serie di rinvii (l’ultimo, chiesto proprio dal Governo pochi giorni fa) dovrebbe essere discusso a breve il disegno di legge “disposizioni in materia di identificazione degli appartenenti alle forze dell’ordine”. Si tratta di una proposta che porta la prima firma del senatore di Sinistra Ecologia e Libertà Peppe De Cristofaro, cui si sono aggiunti i colleghi De Petris, Barozzino, Cervellini, Petraglia, Stefano, Uras e gli ex senatori del Movimento 5 Stelle Campanella e De Pin. La richiesta di una modalità semplice e precisa per “riconoscere” l’identità degli agenti di polizia (e non solo) durante l’intero arco di svolgimento delle loro funzioni, è da sempre legata ad episodi di cronaca, che evidenziano il comportamento non sempre esemplare delle forze dell’ordine.
Di Gianluca Taccalozzi -- Ancora non è stato definito lo sblocco delle carriere vigenti (senza arretrati, Sic!) e già si riparla di riordino delle carriere. Come se fossimo ancora nell’allegro mondo del 1995/2001 quando qualche milione di euro per assecondare le richieste del personale pubblico si trovavano sempre e non a margine di quattro anni di blocco stipendiale, con i contratti bloccati dal 2009 ed il turn-over ridotto al lumicino da anni.
Per un riordino delle carriere sostanziale servirebbero risorse almeno dieci volte superiori ed un turn-over completo per i prossimi anni, un quadro che nemmeno il più ottimista degli illusi può immaginare. Non si riesce a capire (o forse non si vuole) che l’attuale quadro politico, sociale ed economico non ammette più la logica del “promuovo tutti (ad anzianità) responsabili, coordinatori e comandanti e poi arruolo chi lavora al posto loro”.
Senza contare, poi, che per renderlo effettivo un riordino bisognerebbe mettere d’accordo 5 Ministeri, 5 Amministrazioni e 5 rappresentanze diverse. In altri termini, prima che si faccia una legge delega con i relativi decreti attuativi (semmai ci si arriverà) passerà almeno qualche altro anno....
La «tabella di equiparazione» che mette a confronto i livelli di inquadramento del personale nei diversi comparti del pubblico impiego è pronta, e sta per essere pubblicata. . L'annuncio arriva dal ministro della Pa e della semplificazione, Maria Anna Madia, che è intervenuta al convegno sulla «Pa che vogliamo» organizzato dalla Sda Bocconi. Sulla riforma della Pubblica amministrazione che ora sta affrontando il primo passaggio in Senato (nei prossimi giorni riprenderà la discussione in commissione Affari costituzionali) il ministro dice di prevedere tre letture, che comunque dovrebbero concludersi «entro l'estate.
Razionalizzeremo la funzione di polizia in mare”. Parola di Presidente del Consiglio.
Oggi in mare operano, con compiti diversi, quasi tutte le Forze di Polizia, la Capitaneria di Porto-Guardia Costiera e la Marina Militare.
Alla Marina Militare sono demandati compiti di difesa militare, alla Capitaneria di Porto (sempre Marina Militare) compiti amministrativi e di controllo in aree portuali e soccorso, alla Guardia di Finanza compiti di polizia economico-finanziaria, alla Polizia di Stato compiti di polizia delle frontiere e controllo dell’immigrazione e alle altre Forze di Polizia compiti generalisti di ordine e sicurezza pubblica (Arma dei Carabinieri) o specialistici per il proprio settore di competenza (Corpo Forestale). Una situazione che si presenta sì confusa, ma non molto diversa da quella che troviamo sulla terraferma!
E’ comunque evidente foss'anche per una questione di costi, il Governo non può più permettere che ogni amministrazione abbia una propria flotta ed è, quindi, ormai indispensabile procedere ad una seria razionalizzazione della presenza delle Forze di Polizia in mare; definendo presso una sola amministrazione, mezzi, uomini, investimenti e gestione. Ma a quale amministrazione assegnare questo compito delicato?
La riforma Madia procede a passo di lumaca in Senato. Giovedì è stato approvato in Commissione un emendamento del relatore, Giorgio Pagliari (Pd), con cui si punta ad introdurre regole certe per i procedimenti per i quali basta la Scia o il silenzio-assenso, ma anche per quelli che necessitano ancora di un’autorizzazione espressa da parte della p.a.
Nella stessa seduta sono stati presentati ulteriori subemendamenti e riformulazioni di emendamenti già depositati, alcuni dei quali con buone possibilità di essere approvati, altri con scarse chance di passare il vaglio della prima commissione. Molti emendamenti riguardano diverse modifiche al sistema previdenziale pubblico. Si pensi in particolare a quella dei senatori del gruppo per le autonomie (primo firmatario Hans Berger) che, per favorire il ricambio generazionale nella p.a., consente alle amministrazioni di ridurre (sempre con il consenso del lavoratore) l’orario di lavoro e la retribuzione del dipendente prossimo alla pensione. Inoltre, l’emendamento prevede che la p.a, per assumere personale più giovane, possa fare ricorso al contratto di apprendistato.
Giovedì, 19 marzo 2015 dalle ore 09.30 alle 17.30 si svolgerà a Roma un Importante convegno organizzato dalla Associazione Solidarietà Diritto e Progresso.
Parteciperanno esponenti del governo, parlamentari, studiosi, esponenti del sindacato, giornalisti.Il convegno si terrà presso la Sala delle Bandiere, Parlamento Europeo – Ufficio d'Informazione in Italia Via IV Novembre, 149 – Roma - Ingresso libero - LEGGI IL PROGRAMMA....
Come è noto sono in discussione in Parlamento alcuni progetti di legge relativi alla riforma dello strumento di tutela professionale del personale e sul riconoscimento della libertà di associazione nell'ambito delle forze armate; materia su cui sono intervenute recentemente due importanti sentenze della Corte di Strasburgo, con cui è stata sanzionata la legislazione francese (Matelly vs France (no. 10609/10) e Adefdromil vs France (no. 32191/09)), per il divieto imposto ai militari francesi di costituire associazioni professionali.
La Commissione Difesa della Camera ha deliberato di istituire un comitato ristretto per il seguito dell’iter della varie proposte di legge, in sede referente e, alla luce delle recenti sentenze della della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU), in considerazione del fatto che queste presentano profili assai delicati e rilevanti anche per l'Italia, ha convenuto, di audire informalmente docenti universitari ed esperti. Tra i primi esperti è stato audito il prof. Giuseppe Cataldi, Ordinario di diritto internazionale all'Università degli studi di Napoli "L'Orientale", a cui abbiamo chiesto di divulgare il suo parere che - trattandosi purtroppo di audizioni informali - non è pubblicato negli atti parlamentari.
Resta l'interrogativo del perchè, su una materia così importante e dato il livello degli esperti, non si sia proceduto a rendere pubbliche le audizioni.
In una delibera approvata all'unanimità, i delegati dell'Aeronautica sottolineano l'inadeguatezza della legislazione italiana in tema di diritti di tutela, rispetto alle Convenzioni internazionali, sottolineando come il mancato riconoscimento del diritto costituisca un Vulnus che impedisce l'esercizio effettivo ed efficace dei diritti di tutela dei diritti soggettivi che originano, peraltro, da principi costituzionalmente garantiti...Le sentenze recentemente emesse dalla Corte Europea dei Diritti delll'Uomo sul caso francese, hanno valenza generale e sono vincolanti per gli Stati membri
"Sinistra Ecologia Libertà è per la riforma della rappresentanza militare che vada nel senso indicato dalla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, ovvero il pieno riconoscimento del diritto dei lavoratori delle Forze Armate italiane all'associazione sindacale, fatti salvi i doverosi limiti al diritto di sciopero da prevedere in un comparto così delicato come quello della difesa nazionale". Lo affermano i componenti di Sel in commissione Difesa Donatella Duranti e Michele Piras. "Le audizioni di oggi in Commissione Difesa - proseguono i due esponenti di Sel - hanno chiarito l’orientamento della Corte Europea e segnalato la differenza che intercorre fra una versione soft, che riconoscerebbe il mero diritto d'associazione, la linea della maggioranza di governo, e il pieno riconoscimento del diritto al sindacato contenuto nella nostra proposta di legge. Le indicazioni della sentenza della Corte europea non possono che essere accolte dal legislatore italiano. Lanciamo un appello a tutte le forze politiche affinché l’Italia si uniformi a quanto disposto in sede UE. Anche i nostri lavoratori delle Forze Armate hanno il diritto di crearsi il proprio sindacato".