Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

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 Per Militari, Carabinieri, Polizia, Forze dell’Ordine in genere, lavoratori dei Ministeri e della Scuola il decreto legislativo del 22 giugno 2015 che è diventato esecutivo dal 6 luglio del 2015, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, specifica i requisiti per la pensione per tutti quelli che prevedono di andarci a partire da gennaio 2016.

 “Sono anni che si parla di lotta agli sprechi alla sanità. Ora il governo Renzi parla di lotta agli esami e visite inutili. Se l'intenzione è quella di colpire gli sprechi credo sia opinione diffusa di condividere una tale scelta. Purtroppo, l'esperienza ci insegna che ai reiterati annunci finora non sia seguito un piano di reale razionalizzazione della spesa sanitaria. Crediamo che non sfugga a nessuno che un conto è razionalizzare e un altro è tagliare, come emerge da quanto prospetta il Governo”. E’ questo il commento di Silvino Candeloro, del collegio di presidenza Inca alle misure annunciate dal governo sulla sanità.

La riformulazione della norma Codice dell’Ordinamento Militare fa venir meno la riserva di legge in relazione alle limitazione dei diritti. Dall’analisi dei principi fondamentali e costituzionali sull’esercizio dei diritti del personale militare e dal raffronto comparativo tra la precedente normativa e quella attuale, che l’avrebbe dovuto soltanto filtrare, sfoltire, sfrondare, ma soprattutto compendiare, emerge che, uno fra gli articoli più importanti del Codice dell’Ordinamento Militare, presenta due profili di illegittimità costituzionale.

Il  consiglio dei ministri ha approvato il regolamento "in materia di parametri fisici per l'ammissione ai concorsi per il reclutamento nelle forze armate, nelle forze di polizia a ordinamento militare e civile e nei vigili del fuoco".

Il Regolamento - in base alla legge approvata lo scorso 2 gennaio - indica, al posto del previsto requisito dell'altezza, i parametri fisici "della composizione corporea, della forza muscolare e della massa metabolicamente attiva" che i candidati dovranno avere per poter indossare una divisa.

Il nostro premier viene continuamente messo in croce per l’eccesso di decreti, maxiemendamenti, voti di fiducia. Vero: i decreti legge infiocchettati in 17 mesi dal governo Renzi sono 37, ci cadono addosso a settimane alterne. E quasi sempre il Parlamento è costretto a convertirli con una pistola puntata sulla tempia, perché l’esecutivo chiede la fiducia. E no, non va bene, obiettano i puristi della Costituzione scritta: i padri fondatori regolarono i decreti come strumento eccezionale, mica normale. Così fan tutte, controbiettano i cantori della Costituzione materiale; e in effetti Renzi non è il primo né l’unico ad abusare dei decreti legge. Per dirne una, nello stesso arco di tempo Monti ne aveva adottati 41.

C’è un altro abuso, tuttavia, di cui non parla nessuno, forse perché nessuno ne è al corrente. Ha sempre a che fare coi decreti, però di un’altra specie: quelli legislativi, che il governo può approvare - recita l’articolo 76 della Costituzione - sulla scia d’una legge di delega timbrata dalle Camere. Un altro strumento eccezionale, nelle intenzioni dei costituenti, perché la funzione legislativa spetta al Parlamento.

NELLA RELAZIONE SUL RENDICONTO GENERALE DELLO STATO 2014,  per ciò che riguarda il personale militare, la Corte dei Conti segnala  ""l’esigenza di riconsiderare il termine del 2024 per il conseguimento dell’obiettivo finale di riduzione a 150mila unità previsto dal nuovo modello professionale. Tale traguardo, sostiene la Corte, infatti, potrebbe essere raggiunto in tempi più rapidi, facendo ricorso, da una parte, al rallentamento del processo di avvicendamento del turn-over, dall’altra, a procedure di mobilità obbligatoria alle quali assoggettare il personale in esubero nel periodo di riferimento. L’accelerazione di tale processo, consentirebbe, da un lato, di raggiungere più rapidamente l’obiettivo della revisione dello Strumento militare in coerenza con gli impegni internazionali, dall’altro, di conseguire risparmi di spesa in linea con gli obiettivi generali di contenimento della spesa pubblica"

Prime norme autoapplicative della delega Pa che la settimana prossima dovrebbe essere approvata in via definitiva dal Senato.  Novità immediate con il nuovo silenzio-assenso per i procedimenti che coinvolgono più enti: entro 30 giorni una decisione amministrativa diventa efficace se nessuno degli altri soggetti coinvolti nel “concerto” motivi il suo dissenso.Servirà più tempo, invece, per vedere l’efficacia delle norme principali della riforma della Pubblica amministrazione; una quindicina di decreti. I primi arriveranno in Consiglio dei ministri subito dopo la ripresa dalla pausa estiva.

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