Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

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Con il metodo contributivo, più contributi si versano, più tardi si va in pensione, migliore è l’andamento del PIL nazionale e più alto sarà l’assegno di pensione. Purtroppo, viste anche le non certo brillanti prospettive dell’economia nostrana, con questo metodo è impensabile immaginare un assegno di pensione netto pari o più altO. Il Governo ha promesso l’apertura di un tavolo di concertazione in materia previdenziale. Sarebbe il caso che una questione di tale importanza fosse affrontata con i sindacati piuttosto che con l’abrogando Cocer.

L'Inps ha pubblicato il bando per erogare 3mila contributi a dipendenti e pensionati del settore pubblico iscritti all'istituto di previdenza. Il bonus è destinato a coprire le spese per l'iscrizione ai centri estivi dei figli, anche in affido, di età compresa tra i 3 e i 14 anni. Consiste in un importo di massimo di 100 euro a settimana e per un massimo di 20 giorni di centro estivo, anche non consecutivi.

Il rinnovo contrattuale è, di fatto, bloccato dall’assenza di risorse adeguate. "Non è una novità, afferma il Sindacato Lavoratori Finanzieri, tutti gli ultimi rinnovi sono stati definiti dopo la scadenza ed è molto probabile, per non dire scontato, che anche per questa tornata le risorse saranno stanziate con la legge di Bilancio del prossimo dicembre 2024 (come conferma il DEF 2023 appena approvato) e le trattative saranno avviate non prima della fine del 2024 (in prossimità della presentazione della Legge di Bilancio)".

Anche per il 2024 l’ipotesi che si fa strada è quella di confermare lo stanziamento di un miliardo (più altri 800 milioni per enti locali e sanità), che ha consentito un aumento per tutto quest’anno dell’1,5 per cento per tredici mensilità. A far capire che l’ipotesi più probabile sia questa, è stata la relazione sul coordinamento della finanza pubblica presentata dalla Corte dei Conti. “In attesa dei fondi per il rinnovo dei contratti scaduti nel 2021”, si legge nel documento, “a fine anno si esaurisce l’una tantum da un miliardo (più 800 milioni negli enti locali e in sanità) che, per il solo 2023, ha offerto un aumento lineare dell’1,5 per cento agli stipendi nella PA. A fronte delle elevate stime previste per il recupero dell’inflazione e del persistere della dinamica dei prezzi core oltre le attese”, dicono i magistrati contabili, “appare difficile non prevederne l’estensione”.

Con la sentenza n. 92 dell’11 maggio, la Suprema Corte ha bocciato alcune disposizioni locali (Art. 13, c. 6°, 21°, 57°, 58° e 68°, della legge della Regione Siciliana 25/05/2022 n. 13) che consentivano l’anticipazione del trattamento di fine servizio ai dipendenti in quiescenza.

Una  recente circolare Inps, chiarisce la disposizione contenuta nella legge di Bilancio 2023, che ha  riconosciuto l’aumento dal 30% all’80% della retribuzione dell’indennità di congedo parentale (per un solo mese), ed ha indicato i nuovi codici evento da utilizzare per la denuncia contributiva tramite flusso UniEmens.

La norma contenuta nella Legge di Bilancio 2023 non aggiunge un ulteriore mese di congedo parentale indennizzato all’80% della retribuzione, ma nell’ambito dei nove mesi di congedo da fruire, solo uno per entrambi i genitori, da richiedere nei 6 anni di vita (o in caso di adozione o affidamento entro 6 anni dall’ingresso in famiglia) viene pagato all’80%.

Pensionati pubblici sotto la lente Inps. L'istituto, infatti, sulla rata del corrente mese di maggio, sta verificando le posizioni reddituali dei cittadini beneficiari di pensione ai superstiti relativa all'anno 2020, fissando il recupero di eventuali indebiti a partire dal prossimo mese di agosto. La verifica è avvenuta dall'incrocio dei dati dell'agenzia delle entrate. Per la prima volta, l'Inps ha applicato la sentenza della Corte costituzionale 162/2022, che limita la decurtazione della pensione all'importo di maggiore reddito. Lo spiega lo stesso Inps nel messaggio 1710/2023.

 

Per legittimare un diniego al trasferimento temporaneo per l’assistenza dei figli minori di tre anni ai sensi dell’articolo 42 bis del D.Lgs. n.51/2001 non è sufficiente “il solo dedurre la carenza di personale”.

Il Consiglio di Stato – Sezione II – con la sentenza n. 4163/2023 del 24 aprile 2023 ha rigettato il ricorso in appello presentato dalla Guardia di Finanza avverso una sentenza emessa da un Tribunale Amministrativo Regionale, concernente un trasferimento temporaneo ai sensi dell’art. 42-bis del decreto legislativo n. 151/2001.

 Il COCER Esercito esprime viva preoccupazione per lo squilibrio della ripartizione della spesa militare.

“Ormai sembra assodato – spiegano i componenti del COCER di Forza Armata – l’incremento al 2% del PIL della spesa militare entro il 2027 per fronteggiare la turbolenta situazione internazionale che vede gli uomini e le donne dell’Esercito impegnati nella difesa dei cittadini italiani e degli interessi della Nazione”.

Eppure, a fronte di un costante aumento degli impegni all’estero ed in Italia, ogni giorno – prosegue il COCER – “assistiamo a spese assolutamente inadeguate per l’addestramento delle nostre unità..

L'8 maggio i giudici della Corte Costituzionale si sono riuniti per stabilire, se è lecito che uno statale debba attendere anche sette anni per avere la sua liquidazione. Una sentenza molto attesa che arriva dopo una battaglia durata anni

Recepito dall'Inps l'aumento dell'8,1% sull'anno precedente. I coefficienti servono per rivalutare le retribuzioni per la determinazione della base annua pensionabile delle anzianità anteriori al 31.12.1995 (31.12.2011 per chi ha 18 anni di contribuzione al 31.12.1995)

L'INPS, con  circolare del 3 aprile 2023, ricorda che a decorrere dal 22 settembre 2022, con l'intervento della legge n. 142/2022, di conversione del decreto-legge n. 115/2022 (decreto Aiuti bis), è stato innalzato l'importo del “minimo vitale” per i pignoramenti presso terzi su pensioni.

Il militare ha diritto ai permessi mensili retribuiti anche in presenza di ulteriori familiari astrattamente idonei a prestare assistenza

Con l’ultima legge di bilancio il Governo ha previsto (clicca qui per importi e dettagli) un assegno una tantum mensile, per il solo 2023, pari all’1.6% della retribuzione del personale del pubblico impiego. Misure del tutto insufficiente a compensare gli effetti dell’inflazione. Il problema è che dopo 4 mesi ancora non si vede un euro in busta paga.

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