Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

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Lo scorso 14 gennaio è arrivato da Palazzo Chigi,  il consueto finanziamento alle missioni militari per il 2017. Un capitolo di spesa, che lievita rispetto all’anno scorso, come emerge dalla deliberazione del consiglio dei ministri consegnata alle Camere. I conti, sulla base di tale documento, li ha fatti l’Osservatorio sulle spese militari italiane  di Francesco Vignarca ed Enrico Piovesana: rispetto allo scorso anno, dice l’Osservatorio, «emerge un aumento dello stanziamento generale di circa il 7 per cento»: 1,28 miliardi di euro contro gli 1,19 miliardi del 2016. Soldi destinati a finanziare l’impiego di 7.600 uomini, 1.300 mezzi terrestri, 54 mezzi aerei e 13 navali in decine di missioni attive in 22 Paesi, nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Indiano.

Il d.p.c.m. di spacchettamento del “Fondone P.A.” della Legge di Bilancio 2017 libererà (quasi tutte: mancano 110 milioni di euro rispetto a quelle promesse: 977 milioni rispetto a 1.087 milioni) le risorse per “stabilizzare” il bonus e finanziare il progetto di riordino ipotizzato a grandi linee già lo scorso novembre.

""La soluzione individuata dallo Stato Maggiore Difesa - affermano i delegati - non soddisfa e non valorizza i Sottufficiali del ruolo Sergenti. Anche le altre proposte del riordino dello Stato Maggiore Difesa lasciano insoddisfatta una grossa fetta di personale che non trae nessun giovamento dal provvedimento. Lo Stato Maggiore Difesa, non curante delle nostre proposte ha imposto al personale soluzioni non condivise con la Rappresentanza Militare..."

La Corte d’Appello di Roma ha condannato il generale dell’Esercito Bruno Stano a risarcire le 19 vittime dell’attentato di al-Qaeda che il 12 novembre 2003 vide un camion bomba farsi esplodere all’ingresso della base dei carabinieri “Maestrale” lungo le rive del fiume Eufrate.

Assolto dopo un lungo iter processuale penale, il generale Stano che all’epoca guidava la Brigata meccanizzata Sassari nella città irachena, è stato condannato in sede civile per aver esposto i militari a un rischio eccessivo. La sentenza, che arriva dopo 13 anni dal tragico attentato che uccise anche 9 iracheni, sottolinea che Stano ha “ignorato gli allarmi dell’intelligence” circa il rischio di attentati e avrebbe “sottovalutato il pericolo di una base troppo esposta”.

 Quattro  mesi di incontri ed  un testo definitivo ancora non si conosce. Sul riordino dei ruoli, SMD ha finora presentato al Cocer solo delle Slide ma nessuno sa ancora cosa è scritto nel testo che dovrà approdare in Consiglio dei Ministri il 28 febbraio. I delegati del comparto Difesa,  dopo la riunione del 15 febbario con SMD, hanno sospeso l'esame della bozza ed hanno chiesto di avere tutti i provvedimenti riguardanti il riordino delle FF.AA. e delle FF.PP.; di conoscere l'ammontare delle risorse impegnate peri distinti riordini nonchè la destinazione  e ripartizione degli 80 euro del bonus sicurezza previsti per gli anni 2017/2018. L'amministrazione  non "concede" grandi margini di manovra al confronto con le Rappresentanze.  I testi, una volta approvati dal governo andranno in Parlamento dove le commissioni parlamentari dovranno esprimere il proprio parere entro 90 giorni. Ma la situazione politica e la possibile fine anticipata della legislatura preoccupano per il vuoto legislativo che potrebbe determinarsi.

La sentenza del Tar Napoli offre un prezioso spunto per capire se il trasferimento dei militariè un istituto a se stante oppure risponde a regole amministrative generali in materia di organizzazione e gestione del personale pubblico

«Le varianti proposte al Codice dell’Ordinamento Militare determinano una straordinaria e pericolosa concentrazione di potere militare ed economico senza precedenti nel nostro paese» è il duro giudizio della Funzione Pubblica Cgil e della Uil Pa sul disegno di legge approvato recentemente dal governo.  «La concentrazione del potere nelle mani del Capo di Stato Maggiore della Difesa, il quale assumerebbe anche la responsabilità della Direzione Nazionale degli Armamenti,- continuano i sindacati – non solo non risolve i problemi annosi che affliggono questa amministrazione ma li appesantisce enormemente, generando solo altre costosissime figure di vertice e un calo dell’efficienza dei processi decisionali della Difesa».

Venerdì 10 febbraio il Consiglio dei Ministri (CdM) ha approvato il  disegno di legge recante “Riorganizzazione dei vertici del Ministrodifesa e delle relative strutture. Deleghe al Governo per la revisionedel modello operativo delle Forze Armate, per la rimodulazione del modello professionale e in materia di personale del Ministero della difesa, per la riorganizzazione del sistema della formazione , nonchéin materia di semplificazione normativa dell‘ordinamento militare”.

 

Si tratta del provvedimento che dovrà dare attuazione al “Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la Difesa”  pubblicato il 30 aprile 2015.

Pubblichiamo in allegato il testo del disegno di legge, che potrebbe subire qualche modifica prima dell’invio all’esame delle Camere.

Ribadito in modo repentorio ad alcuni Comandi di ripristinare tempestivamente la revocadi quanto erroneamente tolto in relazione alle tutele previste dal decreto del 7 maggio 2014.

 In un futuro prossimo, quasi la metà dei militari italiani sarà ‘a tempo’: niente più “soldati a vita”, dunque, perché se si continua di questo passo le nostre forze armate saranno troppo vecchie. E’ stato lo stesso ministro della Difesa Roberta Pinotti ad annunciare la svolta, al termine di un Consiglio dei Ministri che ha approvato un provvedimento di delega per l’attuazione del Libro Bianco della Difesa, il documento programmatico del ministero contenente le linee guida per la riforma complessiva dello strumento militare.

Scongiurata l'ipotesi di un prelievo sulle pensioni a partire del prossimo mese per la restituzione dello 0,1 per cento su quelle percepite nel 2015

I delegati della Guardia di finanza prendono atto con favore che il governo in linea con quanto fissato dalla legge di stabilità, ha stanziato le risorse per un intervento organico ed effettivo.

Ci saranno i 480 milioni di euro per prorogare il bonus nel 2017 (pagamento da marzo con arretrati di gennaio e febbraio). Ci saranno le risorse per far partire il riordino dal 2017 (probabilmente con una decorrenza slittata di qualche mese rispetto a quella ipotizzata 01.01.2017). Ci saranno a regime (dal 2018) le risorse necessarie a finanziare il riordino “e” (e non “o”) a stabilizzare definitivamente il bonus.   

Risorse specifiche e distinte destinate al solo comparto sicurezza e difesa che si affiancheranno a quelle destinate a tutto il pubblico impiego (sicurezza e difesa compresi) per il rinnovo contrattuale. 

Il Ministro Minniti -accompagnato dal Capo della Polizia Gabrielli e dal Vice Capo Piantedosi - ha incontrato i sindacati di Polizia. Minniti  ha  dichiarato che a breve sarà varato il DPCM per individuazione delle risorse previste dalla legge di stabilità.

In sintesi:


- la delega per il riordino delle FF.PP. sarà esercitata entro il 26 febbraio;
- lo stanziamento a regime per il riordino è di 977 milioni: oltre ai 480 milioni si aggiungono altri risparmi oltre alle cifre già individuate dalle leggi di Stabilità. Ci sarà uno stanziamento aggiuntivo di circa 300 milioni (230 milioni aggiunti nelle ultime ore e 70 milioni derivanti da risparmi nel settore Difesa);
- il bonus degli 80€ sarà riavviato da marzo 2017, sempre come "contributo straordinario", con recupero arretrato. Nel 2018 sarà stabilizzato ad una cifra molto vicina agli 80€. 

Il riordino, illustrato solo sinteticamente nelle direttrici politiche, prevede riparametrazione, abbreviazione permanenza nelle qualifiche, doppio ingresso nei funzionari, dirigenzializzazione. 

Oggi Il Cocer incontrerà il Ministro della Difesa Pinotti.

Si è trattato di comunicazioni pper le quali  saranno necessari successivi per approfondire come impiegare le risorse. 

 

E’ quasi certa una nuova proroga  per i  delegati in carica della Rappresentanza Militare.

Ma  è il caso di stracciarsi le vesti per sei mesi o un anno in più concesso ai delegati, o se la proroga sia giustificata o meno dalle trattative per i rinnovi contrattuali, per il riordino delle carriere o da chissà cos’altro?

O non abbiamo forse soltanto  la conferma dello scarsissimo interesse delle forze politiche  nei confronti della riforma dello strumento rappresentativo, di cui si parla  ormai stancamente da diverse  legislature? 

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